Il primo ostacolo da superare è quello di convincersi a parlare delle proprie difficoltà con uno sconosciuto. Uno sconosciuto si, ma comunque un professionista (psicologo, psicoterapeuta, psichiatra) che per anni si è formato e continua a formarsi specificatamente (abbiamo infatti, l’obbligo di formazione continua – ECM) per essere di supporto in una relazione d’aiuto.
Solitamente, quando si prende tale decisione, l’ostacolo è superato: nel percorso di valutazione (decido di andare invece di non andare) ha vinto il coraggio: si perchè per me, lo psicologo è il dottore dei coraggiosi, il dottore di chi ha voglia di conoscersi, di trovare le risposte (cognitive e comportamentali) alle proprie difficoltà e sofferenze, perchè non esistono problemi insuperabili, esistono problemi per cui non si è ancora trovata la soluzione a noi più funzionale.
Ma come posso aiutarti a capire se hai bisogno del mio auto e supporto professionale? In questo articolo cercherò di accompagnati in questo processo di scelta.
Ho bisogno dello psicologo?
Lo Psicologo non cura i “matti”; vecchio stereotipo che ci accompagna da decenni. Lo psicologo è il dottore che cura il benessere mentale, la salute della mente, importante tanto quanto la salute fisica: salute mentale e salute fisica condizionano allo stesso modo il benessere generale della persona.
Cosi come quando il nostro corpo manifesta un disagio (dal semplice mal di testa, a problematiche più complesse) ci rechiamo dal medico o da un professionista specializzato, allo stesso modo, quando stiamo vivendo un disagio, una situazione difficoltosa da superare in autonomia, è consigliato prendere in considerazione la possibilità di rivolgersi ad uno specialista competente della salute mentale. I miei clienti (pazienti) spesso mi contattano perchè
- hanno difficoltà a ritrovare serenità dopo un evento difficile, per una crisi temporanea (la separazione, la perdita del lavoro, per esempio),
- per alcune esigenze di comprensione o per risolvere problematiche familiari, sociali, relazionali ed affettive(difficoltà relazionali o comunicative con il partner, o con i figli),
- per avere una migliore consapevolezza di sé stessi e degli altri (volontà di intraprendere un percorso di crescita personale),
- per uscire da situazioni complesse come stati di ansia, depressione e stress.
- per imparare a gestire eventi traumatici (il lutto per esempio) o stati emotivi complessi (afflitti da eccesso di stress, ansia, pensieri, paure)
- per uscire gradualmente da abusi e dipendenze (droghe, alcool, tabacco, cibo, sesso)
Lo psicologo aiuterà il paziente a ristabilire l’equilibrio e giusto livello di autostima: con la psicologia guido le persone ad “imparare ad aiutarsi” negli eventi della vita, nel corso di un periodo particolare o di una difficoltà che stanno attraversando, fornendo loro risorse fast, per vivere al meglio ed in modo più funzionale il periodo .
Da chi vado? a chi mi rivolgo? come lo trovo?
Prima di iniziare un percorso psicologico, molte persone si domandano come trovare “lo psicologo giusto”. Ma esiste davvero un professionista che vada bene per tutti o sarebbe più conveniente chiedersi quale psicologo è più adatto per sé?
Innanzitutto potresti fare delle ricerche sul web per conoscere le varie differenze tra gli approcci psicologici esistenti, cosi potrai conoscere cosa caratterizza quel professionista e come lavorerete insieme. Io per esempio, mi sono formata nell’ Orientamento Strategico (di cui puoi trovare informazioni qui) .
Quando ti sei fatto un’idea dei vari approcci, puoi curiosare sui siti web dei professionisti per capire quanto dura il percorso che propongono: anche se è difficile da definire precisamente, il professionista è tenuto ad indicarne approssimativamente la durata del percorso. Ogni percorso è unico e diverso, ma tendenzialmente le mie statistiche parlando di 8/10 incontri per la maggior parte dei miei clienti.
Individuato l’approccio ed indicativamente la durata del percorso, ti invito a collegarti sul sito del CNOP (Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi) dove, divisi per regioni e città, puoi trovare i nominativi di tutti i professionisti iscritti all’Albo: assicurarti che il professionista sia iscritto è una garanzia e una tutela per te. Poi, con una telefonata, una mail o cercando su internet qualche informazione in più, puoi entrare in contatto con lui / lei e confrontarti sulla tua difficoltà.
Arriva il momento del primo incontro…
Sarà online o in presenza? Io solitamente lascio la scelta al mio cliente, capace di valutarne i pro e i contro di entrambe le proposte. Per me lavorare online o lavorare in presenza sono modalità di lavoro, entrambi valide, efficaci e funzionali al ns scopo… certo ho ristrutturato con tanta passione il mio studio che mi piacerebbe accoglierti nel salottino confortevole che ho allestito. Ma ad ogni modo potresti vederlo, anche collegandoci online.
Un fattore che però mi differenzia da altri colleghi (non sempre infatti questa è una modalità apprezzata) è che il mio primo incontro è gratuito: riserbo per me e per il mio assistito questa possibilità perchè credo che, specie in una relazione d’aiuto, ci si debba sentire in sintonia l’uno con l’altro, reciprocamente: può capitare che io, a pelle, non piaccia al mio assistito / alla mia assistita o viceversa che lui/ lei non piaccia a me. Può capitare che il mio assistito / la mia assistita mi riportino una problematiche di cui non ho sufficienti competenze per gestirla per cui preferisco essere chiara e onesta nel dare questo feedback …
Ecco perchè, nel primo incontro gratuito (30 minuti circa), ci raccontiamo reciprocamente: ti spiego come funziona il servizio di supporto che offro, ed in che modo posso esserti di aiuto e tu racconti a grandi linee cosa ti influenza negativamente in questo periodo e come vorresti stare meglio. In questo modo, capiremo entrambi se è possibile costruire e co-creare insieme le tue nuove soluzioni. In caso contrario posso segnalarti colleghi in grado di accompagnarti nel tuo percorso.
Già dal primo incontro, ricorda, è importante che tu ti senta a tuo agio: chiediti se il professionista che stai incontrando è simpatico, ti ispira fiducia, ti da una buona impressione, … valuta se le sue competenze sono adeguate ai tuoi obiettivi, perchè il futuro percorso di supporto psicologico si baserà su quella che in gergo si chiama “Alleanza Terapeutica”; l’ aspetto essenziale della terapia di successo.
Dopo il primo incontro, che sensazioni ho?
L’aiuto psicologico si basa su una collaborazione reciproca attiva (Alleanza terapeutica) tra professionista e cliente; una sorta di contratto di lavoro dove tutti gli aspetti devono collimare con la volontà di intraprendere o meno il percorso: obiettivi specifici, frequenza, durata, costo degli incontri, doveri di entrambi le parti, oltre alla creazione ed al consolidamento di un forte sentimento di fiducia e di empatia reciproche.
Logicamente, soltanto durante il “cammino” è possibile verificare l’efficacia di tale percorso. Ma già dalla conclusione del primo incontro, ti consiglio di soffermare la tua attenzione sulle tue sensazioni:
- ho capito quale sarà l’obiettivo da raggiungere?
- il dottore / la dottoressa mi è sembrata seria e capace?
- è riuscita a comprendere le mie problematiche?
- le sue competenze, il suo approccio mi sembra adatto, corrisponde a ciò di cui ho bisogno?
Noi psicologi, abbiamo studiato e ci siamo formati per valutare e sciogliere problemi legati a comportamenti, atteggiamenti, performance, schemi di pensiero, impatti emotivi poco funzionali, eventi correlati ai periodi della vita, pertanto le competenze che mettiamo a disposizione in un percorso di supporto psicologico hanno la finalità di operare in maniera mirata e strategica, sempre nel rispetto del sistema di valori e di credenze della persona: lo psicologo non da consigli, non dice cosa fare, non giudica, non prende decisioni al tuo posto, ma insieme a te formula, passo dopo passo, piccoli obiettivi tangibili.
Lo Psicologo non è un amico: è un professionista che mette a disposizione le sue competenze attraverso cui costruire un percorso che porti al tuo benessere personale, relazionale o lavorativo.
Nel momento in cui sei convinto/a che lo psicologo possa essere un mezzo, uno strumento, una leva di cambiamento, che ti può offrire aiuto in un determinato periodo della tua vita al fine di risanare un equilibrio perso, allora sarà più facile per te stesso essere consapevole dell’importanza del volerti bene e di prendersi a cuore la propria salute emotiva, psicologica e relazionale.